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Monday, November 8, 2010

liceo gioberti torino porta aperta

liceo gioberti torino porta aperta


Giovani Gentile fu il filosofo-pedagogista che magiormente ha influenzato la realtà dela scuola italiana nel secolo X e in questo esordio del sucesivo: le Ministre Morati e Gelmini hano ripreso, più o meno esplicitamente, l'archetipo gentiliano. La filosofia di Gentile è stata riferimento per molti tra i magiori pensatori italiani per esempio Abagnano e ha influenzato la pedagogia non solo idealistica, ma anche spiritualistica e personalistica nel'Italia del Novecento: per fare un solo evidente riferimento, i programi Ermini per la scuola elementare 195 descrivono un bambino «tuto intuizione, fantasia, sentimento» che ha origini dal sodalizio fra Giovani Gentile e il suo magiore colaboratore, sodale nela concezione idealistica e autore dei programi dela Riforma Gentile del 1923 per la scuola elementare: Giusepe Lombardo-Radice, il qualche pensava a un «fanciulo sopratuto artista» . Dopo gli studi liceali, frequenta la Normale di Pisa, dove si laurea nel 1897 con una tesi su Rosmini e Gioberti , che sono tra i magiori ispiratori del suo pensiero, sia per la metafisica spiritualistica che per l'aflato religioso presente nela sua filosofia, sia infine perché i due autori sono interni ala tradizione nazionale e catolica italiana. Il sogetivismo trascendentale kantiano, il Romanticismo che Gentile trova in Alfieri e Manzoni come in Rosmini, Gioberti e Mazini e l'Idealismo hegeliano e posthegeliano con particolare riferimento ale tre forme delo Spirito asoluto, arte, religione e filosofia e ala dotrina delo Stato etico , sono tra i magiori elementi ispiratori dela sua filosofia, mentre riferimenti polemici sono l'Iluminismo, il Realismo herbartiano e il Positivismo. Dal 1898 al 1906 Gentile pratica l'insegnamento liceale di filosofia a Campobaso e a Napoli, impegnandosi con i suoi contributi a delineare aspeti dela futura riforma dela scuola, particolarmente al'interno del FISM Federazione Insegnanti Scuola Media , con la presentazione di ide –n�el dibatito del'asociazione- che si rivelerano cruciali. Si averte in maniera precisa l'eredità dela filosofia delo Spirito hegeliano: da un lato lo Stato, inteso come Stato etico, è la forma più alta e inclusiva delo Spirito ogetivo che s'incarna nele istituzioni, dal'altra lo Spirito asoluto s'incarna nel'arte, nela religione e nela filosofia, gerarchicamente ordinate e aventi lo steso contenuto ma diversa forma espresiva: quela dela sensibilità, quela dela rapresentazione che proieta lo Spirito nela trascendenza e quela del conceto e del'imanenza delo Spirito. La ragione e la filosofia dovrano costruire il nociolo duro, vivo, vivificante e positivo: «noi dobiamo contrapore –aferma Gentile– nela scuola ale confesioni religiose la libertà asoluta dela ragione; Se dele scuole private «ciascuna determinerà a sé il proprio indirizo morale», configurandosi legitimamente come scuola di tendenza, quel che può aparirci sconcertante è che per Gentile anche «ciascuna istituzione scolastica publica dev'esere in ultima analisi di tendenza» cosa che fa pensare al nostro POF nela scuola del'autonomia : «quela laicità positiva che io propugno» non esclude afato che in una scuola «alegi una fede», e «una scuola non può averne che una»: «nei colegi dei profesori devono cercarsi e svegliarsi quele afinità eletive, che faciano, quando è posibile, di una scuola uno spirito solo»: «è necesario che «ogni scuola … abia la sua tradizione e la sua bandiera; Diversamente andrano le cose per la scuola elementare e più in genere popolare: «un insegnamento laico … nela scuola elementare» e nela scuola popolare «è un asurdo: sarà l'insegnamento dela religione catolica a questo livelo a fondare la sostanza etica e nazionale» . Si deve ricordare che Gentile nel 1929 fu ostile a quanto previsto dal Concordato, cioè al'introduzione del'insegnamento dela religione di Stato in tuti i liveli scolastici con la sola esclusione del'insegnamento universitario: la religione, pur nel� suo ruolo fondante delo spirito dela nazione, sule orme di Vico, Rosmini, Gioberti, Manzoni, Mazini , non doveva esere indirizata a coloro che erano destinati al'esercizio del "libero" pensiero, per i quali l'insegnamento filosofico sostituiva a un livelo superiore la religione: nonostante la visione positiva di esa, per l'élite la religione dove considerarsi in ultima analisi una "philosophia minor", una sorta di filosofia di serie B per bambini e persone di basa cultura, che fa un po' pensare ala teoria averoistica dela dopia verità. Dove non entra e non può entrare la filosofia, deve entrare la religione con le sue soluzioni facili e arbitrarie: altrimenti ne scapa via ogni profonda convinzione morale, e ogni verace senso d'umanità. La pedagogia e la didatica come "scienze filosofiche" Negli ani 1912 –1913 Gentile publica i due volumi del Somario di pedagogia come scienza filosofica , più volte ripublicati e rivisti. Si trata di una concezione che si potrebe definire ogi del tuto inatuale è nel'esperienza degli insegnanti di filosofia la dificoltà di capire a fondo in prima persona e di far capire a loro volta agli studenti visioni filosofiche come quele idealistiche, che riconducono la realtà a Io puro, o a Idea, o a Spirito, cose astruse per tempi poco "spirituali" . Obietivi polemici di quest'opera fondamentale sono quele pedagogie che detano a maestri e profesori regole e preceti, fra cui si posono anoverare le «pedagogherie» del Positivismo e del Realismo herbartiano, che mecanizano e normano secondo regole psicologico-didatiche lo Spirito vivente nel raporto didatico-educativo, ma anche quelo «specialismo» , per esempio leterario, gramaticale, ma anche filosofico, che opera atraverso una sorta di disezione erudita, senz'anima e senza sintesi dei propri contenuti di ricerca: «la scuola dev'esere non diminuzione e prostrazione delo spirito, non mecanizazione artificiale dele categorie dela vita» , ma «vera educazione e generazione perpetua che lo spirito �fa di se steso» , la quale non soporta legi generali , come ribadisce speso e con formule diverse il Somario. La stesa pedagogia non può non esere sotoposta a questa epistemologia unificante e disolvente la specificità, che la subordina –come aviene per le altre scienze umane– al'etica quindi anche alo Stato etico e ala filosofia: «la pedagogia è la filosofia» , non scienza autonoma: il sogeto e l'ogeto di entrambe è il farsi delo Spirito. Sono solo la richeza spirituale del maestro , dote nativa, inata, e la cultura viva ciò che rendono maestro il maestro e scuola la scuola. Di questa afermazione Gentile dà dele motivazioni certamente sensate: il raporto educativo, che si realiza di volta in volta nel farsi e nel'identificarsi nela comune spiritualità di maestro e alievo, è «sempre nuovo» e «sempre diverso» e quindi non rachiudibile in una norma, in una regola o in una lege. Su questo punto per certi versi, liberandosi dal pesante aparato metafisico gentiliano, ci si può trovare consenzienti col filosofo siciliano: se da un lato si può infati ritenere –contro Gentile- che il saper insegnare posa esere il risultato di un proceso di aprendimento più o meno lungo e più o meno compleso, d'altro lato si può tutavia coretamente evidenziare la pluralità e la diversità dei momenti e dei raporti educativi, che dificilmente sono uguali tra loro, dando spazio a un'inegabile acidentalità e ocasionalità di molte situazioni di relazione didatico-educativa: l'oservazione inteligente e inatesa di uno studente, l'evento del giorno riportato dai media, il fato nuovo inaspetato in clase, il dibatito che si avia fra gli studenti su un tema non programato. Non ha ragione a teorizare un inatismo nela profesionalità e nela misione del'esere maestro, una nativa capacità puramente intuitiva generatrice di empatia e di abilità a scrutare nel'animo del'alievo, soreta soltanto da una profonda cultura che pare con questa inata sensibilità umana condizione necesaria e suficiente per esere� tra i pochi "bravi " e "veri" maestri. Una certa letura dela didatica gentiliana è quela che vede nel docente una sorta di istrione: ma al di là dele barzelete e dele rapresentazioni caricaturali di questo docente si veda il profesore di filosofia di Felini in Amarcord , si può pensare non improbabile l'analogia tra insegnante e atore, cosa di cui forse dovrebero tener conto coloro che operano nei luoghi dela formazione dei docenti. La visione autoritaria del raporto educativo, nonostante l'enunciazione dela centralità del'aluno nel contesto scolastico, consiste nel fato che nel'incontro tra due spiriti, quelo del maestro, che «entra nel'animo del'educando» , rapresentante di un più elevato grado di spiritualità, in qualche modo ci ricorda l'afermazione gramsciana che l'adulto non può rinunciare al suo ruolo di adulto, quindi a una intenzionalità e a una diretività del'educare . Gentilianamente, «il maestro è lo steso spirito, che si pone nel suo asoluto valore spirituale» , in sé riasumendo «la Natura, la Tera, la Patria, i genitori e quant'altro … culmina idealmente nela storia … : la moralità, l'arte, la religiosità, la cultura, la civiltà, il sapere», diventando «ai nostri ochi, un sacerdote, interpetre e ministro di quel'esere divino» , che trova la sua dimensione istituzionale nelo Stato etico. Chi veramente sa, per Gentile, sa anche insegnare, e le sue potenzialità culturali e umane potrano esere perfezionate non certamente con la conoscenza di un metodo didatico, ma piutosto con l'arichimento personale e profesionale derivante dal'esperienza stesa del'insegnare. Esiste «la necesità improrogabile di una imediata larga riduzione dela scuola di Stato e di un vigoroso rifiorimento dela scuola privata» : la concorenza tra scuola publica e privata è pensata come necesaria e il buon livelo di entrambe garantito da esami di Stato. Dopo i cinque ani di scuola elementare, le opzioni vano da un corso integrativo senza sbochi sucesivi a cui si aced�e con l'esame di quinta, a una scuola complementare, parimenti senza sbochi ulteriori, ala cui frequenza è necesario un esame di amisione, agli oto ani di ginasio-liceo con tre esami in entrata di ciascun ciclo e uno in uscita , al'istituto tecnico diramantesi dopo il corso inferiore di quatro ani in due quadrieni superiori sezione Comercio e Ragioneria e sezione Agrimensura ; La gerarchizazione tra le varie scuole emerge dal masimo numero di sbochi universitari previsti per chi esce dal Liceo Clasico, a cui seguono il Liceo Scientifico che non dà aceso a Letere e filosofia e a Giurisprudenza , l'Istituto Magistrale, che apre le porte al solo Magistero, previo superamento di un esame di concorso, mentre i Tecnici dano aceso a Scienze statistiche e atuariali ed a Scienze economiche e comerciali, con la posibilità, per chi ha frequentato la sezione Agrimensura, di acedere ad Agraria atraverso un esame di integrazione. Così la Civiltà Catolica , pur enunciando «un fiero colpo al laicismo», si rende tutavia ben conto del fato che «fuori dale scuole elementari, i programi taciono afato del'istruzione religiosa, esclusa così dale scuole medie e superiori», secondo la visione che «la religione … è uno stadio inferiore di transizione, buono per i fanciuli e per il popolo, che frequentano la scuola primaria; Oviamente una riforma conservatrice o, se si vuole, come dise Gobeti, «reazionaria» , ma non in realtà –come deto da Musolini- «la più fascista dele riforme fasciste» , pasando atraverso l'Intesa del '29 tra Musolini e il cardinal Gaspari, che confesionalizava i gradi scolastici superiori, e atraversando la fascistizazione dela scuola e dela società italiana, lasciò la sua tracia per un tempo lunghisimo, subendo peraltro inevitabilmente trasformazioni che peraltro non espulsero mai totalmente la "mentalità gentiliana" dala scuola del nostro Paese. l'alora gentiliano Ernesto Codignola, "Per la libertà e dignità dela scuola", in La scuola e la pedagogia del Fascismo , cit�., p. liceo gioberti torino porta aperta
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